mercoledì 24 ottobre 2012

Oltre le colline


Nella regione della Moldavia rumena si trova un piccolo convento ortodosso, dove si vive all'insegna della privazione: niente elettricità, niente acqua corrente, cibi poco attraenti, povertà assoluta. Un pope giovane e barbuto governa su un gruppetto di suorine anch'esse giovani, che hanno trovato nell'obbedienza e nella ripetizione di gesti sempre eguali - acqua da prendere al pozzo, stufe da accendere, legna da tagliare - una misura per la propria esistenza. Dalla Germania, ove lavora da inserviente, fa ritorno Alina, al fine di convincere Voichita ad emigrare con lei. Cresciute assieme in orfanotrofio, prive dell'amore di chiunque, si erano strette l'una all'altra per non sentirsi sole al mondo. Ora, Voichita si è data all'amore per Dio, e non intende rinunciarvi. Alina ingaggia, così, una strenua battaglia per convincere l'amica: ma - minata, probabilmente, dalla malattia - tiene comportamenti rabbiosi e violenti che, non curati in ospedale, persuadono il pope a praticare su di lei pratiche di esorcismo... 

Alla sua terza opera, Cristian Mungiu si conferma regista di primissimo ordine. Certamente molti ricorderanno il suo precedente "4 mesi, 3 settimane e 2 giorni" (2007), vincitore di una meritata Palma d'oro a Cannes: attraverso la vicenda di un aborto da praticare, dava conto dell'abbrutimento morale, dell'indifferenza etica vigente nel regime di Ceausescu, mai indulgendo al compiacimento per codesto degrado, bensì comunicandolo allo spettatore tramite dettagli o fuori campo. In "Oltre le colline", con una vicenda drammatica ricca di suspense hitchcockiana, Mungiu pare, invece, proporre in filigrana una riflessione su quanto avviene nei paesi dell'Est: orfane del comunismo, varie persone si son rifugiate nella fede che, incapace di comprendere e gestire il nuovo, si ripiega su se stessa e sui propri crismi.

Tuttavia, per ammissione dello stesso cineasta rumeno, il film è "una riflessione sulle azioni che si compiono in nome di Dio, e che spesso portano a conseguenze catastrofiche". Molti sono i titoli che hanno dissodato codesti terreni: da "I diavoli" (1972) di Ken Russell, pregno di una isteria sessuale figliata dalla repressione dei sensi, a "Magdalene" (2002) di Peter Mullan, impietosa ispezione sugli orrori figliati dalla "espiazione" dei peccati. Ma si tratta di riferimenti di comodo, l'intenzione di Mungiu è diversa: egli si prende i propri tempi - due ore e mezza - per mostrare come da un presunto luogo di preghiera e riflessione possa scaturire l'orrore. Non vi sveleremo il finale, ma riflettendo su come una tanto terribile tragedia abbia potuto aver luogo senza parere, viene spontaneo annotare che nella lista dei peccati (464) stilati dalla Chiesa Ortodossa non compare quello d'indifferenza. E quando l'ufficiale di polizia, venuto per ricostruire i fatti, si domanda quando il gelo cesserà d'imbiancare il panorama, non si può far a meno di pensare ch'egli alluda ad una nazione in ginocchio, ed auspichi che trovi al più presto la forza per rialzarsi.
                                                                                                                                 Francesco Troiano

OLTRE LE COLLINE. REGIA: CRISTIAN MUNGIU. INTEPRRETI: COSMINA STRATAN, CRISTINA FLUTUR. DISTRIBUZIONE: BIM. DURATA: 150 MINUTI.

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