lunedì 14 gennaio 2013

Flight

Alla guida di un jet partito dalla Florida, in una tranquilla mattina di metà autunno, il comandante Whip Whitaker s'appresta a vivere una giornata che immagina eguale a tante altre. Ben presto, tuttavia, egli s'imbatte in una turbolenza forte ed imprevista: dipoi, un succedersi di guasti meccanici ai quali risulta impossibile rimediare, porta l'aereo a spirale verso il basso e fuori dal controllo di chi lo conduce. A questo punto, Whip decide una manovra azzardata e ardimentosa: gira completamente il mezzo - allo scopo di farlo planare senza i motori - per poi raddrizzarlo e tentar di atterrare nel migliore dei modi. Il tutto riesce quasi perfettamente, se è vero che egli salva 96 tra le 102 persone presenti a bordo: per l'impresa, viene acclamato come un eroe. Nel corso delle indagini successive, tuttavia, nel suo sangue sono riscontrate tracce di alcool e cocaina: ciò pone il nostro in una posizione delicata, pur se egli può  rivendicare che il suo stato non gli abbia impedito di fornire una prestazione d'eccellenza. Assistito da un avvocato schietto e scaltro, Hugh Lang, oltre che dal suo amico e rappresentante sindacale Charlie Anderson, Whit arriva allo snodo cruciale: prestare una testimonianza che può salvarlo, a patto di non rispettar la memoria d'una donna scomparsa e a lui cara...

Il cinema hollywoodiano ha più volte affrontato il tema della dipendenza etilica e delle conseguenze che ne derivano, sia attraverso classici quali "Giorni perduti" (1945) e "I giorni del vino e delle rose" (1962) sia tramite riuscite minori come "Amarsi" (1994) o "Via da Las Vegas" (1995). Robert Zemeckis, al suo primo film live dopo 12 anni dedicati all'animazione, sceglie un approccio particolare al tema: "Flight" è infatti, in primo luogo, una riuscita mescolanza di generi, dal disaster movie al thriller psicologico. Qui, il regista contemporaneo "che più di ogni altro ha usato gli effetti speciali in maniera drammatica e narrativa" (David Thomson), si limita ad adoprarli da par suo nella sequenza dell'incidente aereo, forse la più realistica e coinvolgente mai girata: dipoi, si affida ad un racconto lineare e classico, in ciò sostenuto dalla magistrale prova recitativa di Denzel Washington.

Il quesito al centro del film è se l'etica - ancor più, ci pare, del mero rispetto della legge - sia qualcosa con la quale si può giungere a patti, senza tener conto degli esiti specifici del nostro comportamento. Ovviamente la risposta è no, ma risulta interessante la strada intrapresa dal regista - e dal suo ottimo sceneggiatore, John Gatins - per giungere allo scioglimento. La parabola di Whip, infatti, rispecchia l'iter dell' "umano-spoglia-rinnova" proprio delle sacre rappresentazioni: diamo all'uomo la facoltà di scegliere, ci capiterà magari d'assistere al miracolo di una decisione positiva ottenuta senza coartazioni di sorta. Questo schema d'ispirazione cristiana, da mistero medievale, s'inserisce con bella fluidità nella narrazione: il risultato è un film vigoroso e coinvolgente, asciutto e trascinante, sin d'ora ascrivibile ai risultati più convincenti del cineasta chicagoano.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

Nessun commento:

Posta un commento