giovedì 14 marzo 2013

Gli amanti passeggeri

Un guasto tecnico - figlio d'una negligenza possibile, tuttavia assai pericolosa - mette a rischio la vita dei passeggeri del volo 2549 della compagnia Peninsula, diretto a Città del Messico. Gli assistenti di bordo ed il responsabile di cabina, pure se presi dalle loro vicende personali, si sforzano di mettere a loro agio i passeggeri, comprensibilmente angosciati dalla situazione. Tra di essi, c'è una coppia di novelli sposi, sfiniti dai bagordi nuziali; un finanziere allo stesso tempo truffatore privo di remore e padre alla ricerca della figlia, che non vede da tantissimo tempo; un seduttore impenitente, intento a scaricare talune conquiste muliebri; una veggente di campagna, tormentata dal problema di una verginità della quale vuole, al più presto, liberarsi; infine, una protagonista della cronaca rosa e un messicano che pare celare un grande segreto. L'alchimia che si scatena tra tutte queste persone si muove tra improbabili drammi e rivelazioni a sorpresa, fino a uno scioglimento sbilencamente lieto.

Due sono, com'è noto, le corna dell'arte di Pedro Almodovar. Da una parte, v'è l'edificatore di storie agrodolci, nelle quali ai toni da tragedia vien messa la sordina d'una leggerezza che rende la materia quasi impalpabile: il percorso che ha trovato una prima, provvisoria sistemazione nell'affascinante "Il fiore del mio segreto" (1995) per toccare l'apogeo in "Volver"(2006), ricapitolazione delle tematiche sue - la superiorità delle donne, la solidarietà di classe e di sesso, la pleonasticità del maschio - mescolate e sciorinate con maestria ineguagliabile. Dall'altra, il nostro possiede una vena di divertito narratore "morale", alla base di certe commedie degne di quelle classiche hollywoodiane - l'esempio più azzeccato resta quello di "Donne sull'orlo di una crisi di nervi" (1987) - e dei migliori cineasti del "genere", da George Cukor a Billy Wilder.

Non più captato da anni, questo secondo versante ritorna prepotentemente ne "Gli amanti passeggeri", in tutto e per tutto strizzante l'occhio ad una "prima maniera" che pareva, oramai, abbandonata in maniera definitiva. Qui siamo, per capirci, dalle parti di "Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio" (1980), suo lungometraggio d'esordio, di cui vien fatta rivivere l'allegra strafottenza, le divertite provocazioni sessuali, il gusto per l'intrigo piccante e arzigogolato. Ci saranno, non ne dubitiamo, recensori pronti a storcere il naso, a parlare di regressione e carenza d'idee. Sicuro, "Gli amanti passeggeri" non resterà fra i capi d'opera del regista manchego: oltre a tutto, l'inevitabile dimensione claustrofobica non giova a dar aria al plot. Tuttavia, ci piacerebbe trovare qualcun altro capace di dirigere così felicemente il concertato degli attori, pungere con le batture, tener alto il ritmo per tutto il tempo: né mancano momenti - come quello del ballo dei tre assistenti di volo, sulle note di "I'm so excited" delle Pointers Sisters - destinati a diventare di culto. Insomma, se vi diranno che è un Almodovar minore, non credeteci: c'è più divertimento qua che nell'intiera saga, stralodata quanto sopravvalutata, degli "Airplane!".
                                                                                                                                   Francesco Troiano

GLI AMANTI PASSEGGERI. REGIA: PEDRO ALMODOVAR. INTERPRETI: ANTONIO DE LA TORRE, HUGO SILVA, JAVIER CAMARA, GUILLERMO TOLEDO, BLANCA SUAREZ. DISTRIBUZIONE: WARNER BROS. DURATA: 90 MINUTI.

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