martedì 5 marzo 2013

Il lato positivo

Dopo aver trascorso otto mesi in un ospedale psichiatrico, Pat torna a una vita nella quale ha perduto tutto: lavoro, compagna, casa. Oggi, pur ufficialmente guarito, dà fuori di testa ogniqualvolta ascolta "My Cherie Amour", il motivo eseguito al suo matrimonio, che suonava pure quando ha scoperto la propria donna sotto la doccia con un altro (da lui pestato a sangue: di qui la ragione della cella prima, del ricovero riabilitativo poi). Non privo d'ottimismo, egli s'illude di riuscire a riconquistare la sua ex. Nel frattempo, i genitori sperano che egli ritrovi la serenità: magari, ricuperando la vecchia passione per la squadra di football locale, i Philadelphia Eagles, della quale pure il padre - che fa l'allibratore - è sfegatato tifoso. A smuovere acque tutto sommato stagnanti, giunge improvvisa Tiffany: da poco rimasta vedova per uno sciagurato incidente, ha reagito alla disgrazia adagiandosi nella ninfomania, sino a perdere l'impiego e ad approdare alla depressione. Uniti dallo sguardo sghembo che si trovano a posare sul reale, i due stringono un bizzarro sodalizio, cementato da una gara di ballo: ma l'approdo sarà più importante, per entrambi, d'un improbabile overnight success...

Regista atipico, David O.Russell. Fino al recente "The Fighter", ben pochi s'erano accorti di lui: pure se, nella sua breve filmografia, c'è almeno "Three Kings" (1999), film su scenario di guerra corrosivo e pungente come pochi, ad assegnargli fama di cineasta sui generis. Quella di dirigere una commedia poco comune è sempre stata una fissazione sua, inseguita con pervicacia nel corso degli anni: gli esiti, da "Amori e disastri" (1996) a "I love Huckabees"(2004), non gli avevano, finora, dato ragione. Le 8 nomination all'Oscar ottenute da questo "Il lato positivo" testimoniano che, stavolta, il nostro ha fatto invece pieno centro: pure se l'unica statuetta è andata a Jennifer Lawrence (l'avevamo già vista in "Un gelido inverno"), strepitosa protagonista dentro un cast che fa scintille (riluce accanto a lei Brendan Fraser, ad esempio, e De Niro - dopo tanti piccoli, scadenti ruoli di contorno - è, qui, impeccabile).

Romcom assai più peculiare di quanto a prima vista possa sembrare, "Il lato positivo" appartiene al genere che negli Usa è denominato "feelgood movies": cioè, quei film concepiti per far stare bene, pur se passando per strade nient'affatto prevedibili. Qualche esempio? "Voglia di tenerezza" (1983), ove la commedia non rifugge d'affrontare il tema del cancro; o "Qualcosa è cambiato" (1997, come l'altro firmato da James L.Brooks), in cui al centro del plot c'è un personaggio razzista, misantropo, omofobo. La bravura dei registi consiste nell'affrontar la materia con una partecipazione che mai si fa condiscendenza: ci avvicinano, in breve, alle figure rappresentate, ci consentono di affezionarci a loro facendoci comprendere che essi patiscono per problemi meno lontani di quel che riteniamo. In codesto processo d'identificazione conta parecchio la bravura degli attori, che qui - come s'è detto - sono al meglio: importante, pure, la sceneggiatura, che nella fattispecie adatta bene il romanzo di Matthew Quick "L'orlo argenteo delle nuvole" (Salani). Come a dire: anche se il maltempo infuria, a guardar bene qualcosa di buono c'è. Per una volta, ci fa piacere crederlo; e fingere, di conseguenza, che il conclusivo omnia vincit amor non sia una formula apotropaica per farci andar via contenti.
                                                                                                                                    Francesco Troiano

IL LATO POSITIVO. REGIA: DAVID O.RUSSELL. INTERPRETI: BRENDAN FRASER, JENNIFER LAWRENCE, ROBERT DE NIRO, CHRIS TUCKER. DISTRIBUZIONE: EAGLE. DURATA: 117 MINUTI.


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