mercoledì 15 maggio 2013

Hates - House at the End of the Street

La teen-ager Elissa e sua madre Sarah, divorziata, si trasferiscono per provare a ricominciare in una cittadina rurale. Hanno potuto permettersi d'andare ad abitare in un quartiere esclusivo perché, nella dimora accanto alla loro, tempo prima la giovanissima Carrie Ann Jacobson aveva trucidato i propri genitori, dandosi poi alla fuga nei boschi. Ora, nella casa sede dell'eccidio, vive soltanto suo fratello Ryan: la comunità lo tiene alla larga, il solo sceriffo mostra d'avere un atteggiamento non prevenuto nei suoi confronti. Tutto sembra mettersi per il meglio: Sarah simpatizza proprio col rappresentante locale della legge, mentre Elissa ha l'impressione d'aver trovato in Ryan uno spirito affine. Forse, però, la leggenda che la ragazzina omicida s'aggiri ancora a notte, fra gli alberi, non è totalmente destituita di fondamento...

Il titolo originale, "House at the End of the Street", potrebbe far pensare a un horror; in stile Raimi, ad esempio, o - andando ancora più indietro - sulle orme del Wes Craven di "Last House on the Left" (1972). Non è così, pure se lo spavento - è proprio il caso di dirlo - sta di casa, in questa suggestiva pellicola di Mark Tonderai (già autore dell'indie inglese "Hush"). Affermato autore di videoclip, il regista si muove agilmente tra arcane luci nella notte, ombre armate di coltello che passano veloci, botole rinserrate da pesanti catenacci, inquietanti ricordi d'infanzia. La suspense, in sostanza, pare s'addica al nostro, che a tratti dà però l'impressione di firmare un brillante esercizio, senza soverchia partecipazione.

Sia come sia, "Hates - House at the End of the Street" s'inscrive, con merito, nel numero dei thriller psicologici, dove a prevalere sono le suggestioni sugli effettacci, l'inquietudine sullo splatter. Siamo dalle parti, per comprenderci, di "White of the Eye" (1986) di Donald Cammell o di "The Stepfather" (1987) di Joseph Ruben per la sensazione d'un terrore vicino, presente, che si può appalesare da un momento all'altro: anche se il prototipo è infine sempre lo Hitchcock di "Shadow of a Doubt" (1943), insuperato ritratto dell'ambiguità del male. Tonderai gira con elegante padronanza, l'ambiente della provincia americana viene sfruttato con abilità, gli attori funzionano assai bene: soprattutto Jennifer Lawrence (qui ancora non gratificata dal grande successo di "Hunger Games", né meritata vincitrice dell'Oscar per la sua interpretazione ne "Il lato positivo"), che si dimostra una scream queen giovane quanto impeccabile.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

HATES - HOUSE AT THE END OF THE STREET. REGIA: MARK TONDERAI. INTERPRETI: JENNIFER LAWRENCE, MAX THIERIOT, GIL BELLOWS, ELIZABETH SHUE. DISTRIBUZIONE: EAGLE. DURATA: 100 MINUTI.

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