mercoledì 18 settembre 2013

The Grandmaster

Ip Man, nato da una famiglia benestante nel sud della Cina, a Foshan, dedica esistenza e passione alle arti marziali. La sanguinosa guerra cino-giapponese del 1931, che porta morte e rovina nelle province del nordest del paese, costringe alla fuga dalla Manciuria il grande maestro Gong Baesen. A Foshan, dove si rifugia, egli viene raggiunto dalla figlia Gong Er, depositaria della tecnica letale dei 64 palmi. L'incontro fra lei e Ip Man, destinato a segnare il percorso di entrambi, è il punto di partenza d'una serie di eventi che li terranno lontani per un lungo periodo, mentre la Storia procede con la cruenta occupazione giapponese del nordest. Gong Er e Ip Man si ritroveranno solo negli anni '50, a Hong Kong, in uno scenario profondamente mutato, all'insegna di vecchie alleanze, repentini tradimenti e risentimenti duri a morire...

Dopo aver parzialmente deluso le aspettative - segnatamente quelle della critica - con il suo esordio americano, "Un bacio romantico - My Blueberry Nights" (2004), Wong Kar-wai era molto atteso alla sua nuova prova indigena, "The Grandmaster". Nato da un'idea risalente addirittura al 1999, il film - partito per raccontare solo la vita di Ip Man, massimo esponente della tecnica Wing Chun oltre che maestro del leggendario Bruce Lee - si è pian piano dilatato ad un possente affresco storico, che si dipana su un arco temporale di decenni. Come di consueto, Wong Kar-wai usa il genere wuxiapian per soffermarsi su tematiche a lui care: l'amore quale rimpianto e memoria ("ho nostalgia di tutto, anche di ciò che non ho vissuto" potrebbe dire il regista, assieme a Pessoa), il sotterraneo desiderio
di farsi ricordare, la passione come impossibilità od irrealizzabilità.

La voglia di mostrare come le arti marziali non siano, necessariamente, sinonimo di violenza, bensì una filosofia di vita (che sottende rigore morale, oltre che abilità fisica e tattica), è il pensiero-guida della pellicola. Innovativo ed azzardato, come molti titoli del nostro, "The Grandmaster" coniuga al massimo livello ambizioni d'autore ed efficacia spettacolare: tra le sequenze di combattimento, tutte superbe, basti citare l'iniziale, sotto una pioggia apocalittica, e quella che vede Gong Er contrapporsi all'uomo che gli ha ucciso il padre. Quanto al romance, raggelato e straziante almeno quanto quello messo in scena nel mirabile "In The Mood For Love" (2000), viene rappresentato con la maestria e
la delicatezza che, da sempre, il cineasta di Shanghai possiede: siamo dalle parti di "C'era una volta in America" (1984), non a caso apertamente citato col tema musicale di Morricone, fra struggimento ed orgoglio. E noi spettatori di qualunque età lì, col ciglio inumidito, sperduti ancora una volta nella magia chiamata cinema.
                                                                                                                                    Francesco Troiano

THE GRANDMASTER. REGIA: WONG KAR-WAI. INTERPRETI: TONY LEUNG, CHEN CHANG, ZIYI ZHANG, SONG HYE-KIO, BENSHAN ZHAO. DISTRIBUZIONE: BIM. DURATA: 123 MINUTI.

Nessun commento:

Posta un commento