martedì 19 novembre 2013

Il passato

Dopo quattro anni di separazione, Ahmad torna a Parigi da Teheran al fine di perfezionare la pratica di divorzio da Marie, su richiesta di quest'ultima. Ella, che desidera sposare il suo nuovo compagno, Samir, gravato da una difficile situazione familiare (la moglie è ricoverata in coma, dopo aver tentato di suicidarsi; il piccolo Fouad è un bambino chiuso, bisognoso d'affetto), vive con lui ed assieme alle due figliole avute dal primo matrimonio: Léa, che ha la stessa età di Fouad; e Lucie, un'adolescente assai sensibile, che adora Ahmad almeno quanto detesta la madre e Samir. Ahmad - a suo tempo non capace di regger all'impatto di vivere in un paese straniero - è coinvolto dentro una complessa rete di legami, che cela un segreto del passato...

Talento registico tra i più interessanti degli ultimi anni, l'iraniano Asgar Farhadi possiede il dono di saper coniugare uno sguardo carico di retaggi del proprio paese nativo con un'ottica universale sulle fragilità umane. Già nell'esordio di "About Elly" (2009), la scomparsa d'una ragazza nel corso di un week-end sul Mar Caspio serviva a metter a fuoco il contrasto tra modernità e comportamenti retrivi d'una borghesia benestante di trenta-quarantenni. Ancor meglio, con più esattezza, "Una separazione" - 2011; Oscar per il miglior film straniero, Orso d'oro a Berlino e due Orsi d'Argento pei protagonisti - ritornava sul contrasto sopra descritto (nell'ambito di una coppia che sta per dividersi, l'uomo viene accusato di avere provocato l'aborto della badante con la violenza), insinuandosi pure dentro le zone d'ombra dei rapporti uomo-donna, nel contesto d'un paese sospeso tra contemporaneità e tradizione.

Alla sua prima pellicola fuori patria, Farhadi resta fedele alle proprie tematiche (il peso devastante dei sensi di colpa, le dinamiche della felicità coniugale) ed alla prediletta forma narrativa (una vicenda che assume, man mano, i contorni di un "giallo" psicologico). Ne vien fuori un'opera di coinvolgente bellezza (grazie pure al cast di prim'ordine capitanato da Bérénice Bejo in stato di grazia, premiata a Cannes con merito), tutta giocata sulle mezze tinte e le sfumature, dove nessuno può dirsi totalmente innocente - la mutevolezza nei sentimenti di Marie la rende fonte d'insicurezza per le figlie; Samir è devastato dal timore che la consorte abbia tentato d'uccidersi perché venuta a conoscenza della sua relazione; di Ahmad, della sua inadeguatezza, s'è detto - e l'esistenza medesima consiste in un grumo doloroso impossibile da dissolvere. Difatti, lo scioglimento non cancella i dubbi e le incertezze: che accompagnano anche lo spettatore, al quale - negata ogni forma di catarsi - non resta che condividere il senso di malessere promanante da tutti i personaggi.

IL PASSATO. REGIA: ASGHAR FARHADI. INTERPRETI: BERENICE BEJO, TAHAR RAHIM, ALI MOSAFFA. DISTRIBUZIONE: BIM. DURATA: 130 MINUTI.

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