giovedì 11 dicembre 2014

The Imitation Game

1939, Inghilterra. Le sorti della guerra sono negative per la Gran Bretagna: i tedeschi stanno avendo la meglio su tutti i fronti e, nel governo, c'è preoccupazione. L'autentico asso nella manica del nemico è il cosiddetto "Codice Enigma", un linguaggio cifrato che viene considerato pressoché inviolabile. E' per questa missione impossibile che viene radunato un gruppo di specialisti, formato dal campione degli scacchi Hugh Alexander; dal matematico scozzese John Cairncross; da Peter Hilton, precoce laureato di Oxford; da Furman e Richards, linguisti. A costoro si aggiunge una ragazza, Joan Clarke (una Keira Knightley sempre più brava), laureata in matematica a Cambridge; e, per ordine di Winston Churchill, a capo del progetto si colloca il geniale matematico Alan Turing. Il manipolo di studiosi opera a Bletchley Park, nel Buckinghamshire: infiniti sono i tentativi di sciogliere il rompicapo, ma il leader nutre speciale fiducia in una propria macchina di decrittazione elettro-meccanica, da lui denominata Christopher... 

Basato su un libro di Andrew Hodges, "The Imitation Game" è, in primo luogo, il racconto veritiero della vita di Alan Turing: nato nel 1912, venne snobbato ed ostracizzato - nonostante i contributi che diede allo studio della logica e della matematica - per la sua omosessualità (che, non dimentichiamolo, era annoverata fra i reati penali, nel suo paese, fino al 1967). L'incipit del film ci mostra appunto le forze dell'ordine che - penetrate nell'abitazione del nostro per indagare su una segnalazione di furto con scasso - finirono invece per arrestare lo stesso con l'accusa di "atti osceni", incriminazione che lo avrebbe portato a una devastante condanna, appunto, per pederastia. Morì suicida il 7 giugno 1954, dopo aver subito la feroce umiliazione della castrazione chimica, ingerendo una mela avvelenata con del cianuro di potassio.

La narrazione procede per salti temporali, avanti ed indietro, mostrandoci il periodo dell'adolescenza del protagonista, vittima del bullismo dei compagni e amico del solo Christopher, pure egli interessato ai temi prediletti dal sodale ed a lui legato da una tenero rapporto. La sceneggiatura di Graham Moore, abilmente congegnata, costruisce la ricerca della chiave per disserrar l'uscio di Enigma in guisa di un thriller psicologico; particolare cura è riservata al tratteggio delle psicologie dei personaggi, anche di quelli secondari, e alla resa del clima di quegli anni, dominato dalla logica del sospetto (difatti v'è, nel gruppo di ricercatori, chi lavora per i russi). "E' una storia che insegna il valore della comunicazione - ha dichiarato Benedict Cumberbatch, inarrivabile nei panni del protagonista - e quanto sia importante, attraverso il dialogo, celebrare le differenze, ricercando quello che ci unisce anziché lasciarci dividere dalla paura delle diversità". Diretto dal norvegese Morten Tydlum - reduce dai trionfi di "Headhunters", purtroppo inedito da noi in sala, adrenalinica trasposizione in celluloide del poliziesco di Jo Nesbo "Il cacciatore di teste" - con un gran senso del ritmo e una rara attenzione alle sfumature emotive, "The Imitation Game" è uno tra i film - assieme a "Big Eyes" di Tim Burton e ad "American Sniper" di Clint Eastwood - capaci di far sì che il 2015 cinematografico si apra, davvero, sotto i migliori auspici.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

THE IMITATION GAME. REGIA: MORTEN TYDLUM. INTERPRETI: BENEDICT CUMBERBATCH, KEIRA KNIGHTLEY, CHARLES DANCE. DISTRIBZIONE: VIDEA. DURATA: 120 MINUTI.

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