mercoledì 28 ottobre 2015

La legge del mercato

Thierry è un buon marito e padre affettuoso di un figlio disabile al quale vuole dare tutte le possibilità, pure a costo di sacrifici. Dopo un quarto di secolo ha perduto il proprio lavoro, poiché la proprietà ha scelto di delocalizzare la produzione in un altro paese. Comincia, così, per lui, l'umiliante calvario dei colloqui di lavoro, dei curricula da presentare, d'esaminatori che ricorrono finanche allo streaming per evitare d'aver contatti con gli aspiranti. Alla fine, stretto dal bisogno, accetta di far il sorvegliante in un supermercato: ogni giorno gli tocca d'assistere alla pubblica umiliazione ed alle minacce di chiamare la polizia, rivolte perlopiù a gente mossa dalla necessità. Quando una cassiera viene licenziata per avere sottratto dei buoni premio, provocandone il suicidio proprio nel supermercato, egli finisce per trovarsi di fronte ad una scelta morale che non consente compromessi.

Coprodotto dal regista Stéphane Brizé, da Lindon e da Rossignon, con una rinuncia di buona parte del salario che ha consentito di pagare la troupe, "La legge del mercato" affronta di petto e con coraggio il tema della progressiva disumanizzazione in un mondo del lavoro dove la logica del profitto diviene di giorno in giorno più spietata: fino a lasciare sul campo dei cadaveri, pur con modi all'apparenza liliali. Lindon ha, inoltre, accettato di recitare in un cast composto in gran misura da non professionisti, scelti fra delle persone che nella quotidianità ricoprono le medesime mansioni che interpretano sullo schermo. Il modo in cui il film è stato realizzato, insomma, sembra volere suggerire - a principiare dalla tipologia produttiva - un modello economico che possa strutturarsi in modo differente.

Alla maniera dei fratelli Dardenne, il regista segue dappresso il protagonista per mostrarci quanto resti della dignità umana in individui mortificati dalla precarietà e dalla brutalità di un sistema che non teme di mostrare il proprio volto. In termini cinematografici, ne nasce un'opera che procede con gradualità, lasciando alla platea ogni giudizio. La situazione di Thierry è quella di tanti altri che si sono ritrovati sul lastrico soltanto perché, dietro la paroletta "delocalizzazione", sta acquattata la cinica scelta padronale di trasferirsi in un altro paese, dove si possono pagare salari risibili e non offrire tutele alla manodopera. La potenza del film sta nel mai andare sopra le righe, mostrandoci di contro il percorso di un uomo onesto e dotato di etica, in una macchina che richiede ormai d'esser complici od uscire dal processo produttivo. Lo scioglimento giunge come naturale sbocco, senza forzature: ed è merito di Vincent Lindon, premiato a Cannes per la propria prova, se il ritratto di Thierry risulta tanto penetrante, sincero, coinvolgente.

                                                                                                                                     Francesco Troiano

LA LEGGE DEL MERCATO. REGIA: STEPHANE BRIZE. INTERPRETI: VINCENT LINDON, YVES ORY, KARINE de MIRBECK. DISTRIBUZIONE: ACADEMY TWO. DURATA: 93 MINUTI.

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