martedì 1 marzo 2016

Regali da uno sconosciuto

Simon e la fascinosa moglie Robin, che da tempo cercano di avere un figlio, si sono da poco trasferiti a Los Angeles, ove lui reincontra casualmente Gordon Moseley detto Gordo, un ex compagno di scuola. Dopo una cena tutti insieme, Gordo prende a lasciare dei piccoli doni dinnanzi l'uscio della loro dimora. Tanta gentilezza, curiosamente, in luogo di simpatia suscita in Simon una certa apprensione, che lascia perplessa la consorte: visita dopo visita, regalo dopo regalo, si disegna lentamente una zona d'ombra fra i due, proveniente dal passato. Quando Simon sceglie di rendere manifesta la propria malcelata ostilità, strani eventi cominciano a turbare la vita dei coniugi: i pesci del loro laghetto muoiono, forse avvelenati, sparisce il cane diletto, forse rapito, Robyn - perduti i sensi - resta a lungo priva di conoscenza in casa, forse violata. Un paio di mesi più tardi, si rende conto di essere, finalmente, in stato interessante. Ma la  notizia non segna affatto una schiarita nella situazione, anzi fa da detonatore ad antichi rancori e riporta alla luce eventi mai del tutto sepolti: sino ad un teso faccia a faccia tra Simon e Gordon...

Joel Edgerton, visto in film come "King Arthur" e "Ned Kelly", firma con "Regali da uno sconosciuto" il proprio esordio nel lungometraggio. Non dietro la macchina da presa, tuttavia, ché già aveva diretto dei corti, e scritto sceneggiature: "Felony (2013), "The Rover" (2014), ed il recente "Jane Got a Gun" (2016), sorta di western femminista per la regia di Gavin O'Connor, con Natalie Portman ed Edgerton medesimo. Prodotto con un budget minuscolo, cinque milioni di dollari, da Jason Blum (specializzato in horror e thriller a basso costo), il film nasce nella mente del nostro da una domanda: che cosa potrebbe accadere se un bullo dell'epoca del liceo s'imbattesse, casualmente, in una sua vittima del passato? Quali sarebbero le eventuali conseguenze? Sino a che punto il passato arriverebbe ad influire sul presente?

La bravura di Edgerton consiste nel cavare, da questi quesiti, un thriller psicologico ad alta tensione, nel quale la paura s'impossessa dello spettatore esclusivamente grazie all'accurato tratteggio dei personaggi, al loro confrontarsi giocando ad un gioco le cui regole non sono chiare a tutti i membri del terzetto. E sì, perché il vero atout della pellicola sta nell'aver scelto il punto di vista di Robyn per narrar gli eventi: chi sta in platea non può far altro che vedersi dipanare la matassa con una scansione angosciante, che sferza i nervi. Opere del genere, inoltre, decidono di far dell'estraneo l'elemento perturbante ("The Stepfather" di Joseph Ruben ed "Attrazione fatale" di Adrian Lyne, entrambi del 1987), o del marito un individuo afflitto da gravi psicosi (dall'intenso "Foglie d'autunno", un Aldrich del 1957, sino al pedestre "A letto con il nemico", ancora Joseph Ruben, nel '91): la famiglia in se medesima non è messa in discussione. Qui, invece, il sisma sconvolge le architravi del matrimonio: e la figura più sorprendente si rivela esser quella del coniuge, che nello scioglimento appare non meno inquietante della controparte maschile. La rinuncia totale a effettacci e truccherie grandguignolesche, inoltre, rende il lavoro avvolgente, credibile: il termine "hitchcockiano", per una volta, può essere speso non a sproposito. I tre attori, a completare il quadro, non perdono un colpo. 
                                                                                                                                     Francesco Troiano

REGALI DA UNO SCONOSCIUTO. REGIA: JOEL EDGERTON. INTERPRETI: JASON BATEMAN, REBECCA HALL, JOEL EDGERTON. DISTRIBUZIONE: KOCH MEDIA. DURATA: 108 MINUTI.

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