giovedì 12 maggio 2016

Money Monster

Lee Gates è conduttore di uno show televisivo che irradia consigli sul come investire al meglio i propri soldi, all'insegna dello slogan "chi nulla rischia, nulla guadagna": il tutto si svolge in un clima sgraziato e chiassoso, infarcito di siparietti con ballerine in paillettes e di jingle che non evitano il volgare. Dei danni che una simile trasmissione può apportare, a Gates importa ben poco o, comunque, non ne ha alcuna consapevolezza. Almeno finché un giovane investitore, Kyle Budwell, che ha perso ogni proprio avere, irrompe in diretta, s'insedia nello studio e gli punta una pistola alla testa, obbligandolo ad indossare un gilet imbottito di esplosivo. A Patty Fenn, la responsabile dello show, non resta che tenere i nervi saldi per cercare di salvare la vita di tutti coloro che son presenti per le riprese, oltre alla propria ed a quella di Lee: ma, sotto l'accusa di corruzione lanciata da Budwell, si cela un intrigo e il marcio non verrebbe a galla, se i reporter non si mettessero al lavoro con puntiglio e serietà...


E' trascorso un lustro dall'ultima pellicola diretta da Jodie Foster, quel "Mr.Beaver" male accolto dal pubblico (malgrado possa vantare la miglior prova d'interprete di Mel Gibson, che all'epoca però stava passando un momento assai difficile), probabilmente per il malessere intergenerazionale che bene intercettava e il radicale pessimismo di cui era intriso. Si trattava, in ogni caso, di un'opera atipica e sensibile, come già lo erano state "Il mio piccolo genio" (1991), incentrato su un bambino prodigio e con palesi sottolineature autobiografiche, e "A casa per le vacanze" (1995), ritratto di famiglia in un interno ricco di chiaroscuri e caratterizzato da una superba direzione degli attori.



Stavolta la cineasta losangelina muta registro, affrontando il thriller in un contesto assai particolare. Il modello stilistico di "Money Monster" va ricercato in talune pellicole di Sidney Lumet, a principiare da "Quel pomeriggio di un giorno da cani" (1975) e "Quarto potere" (1976), lo svolgimento e le tematiche delle quali sembrano quasi venire qui ibridate: ma è assai probabile che la nostra si sia pure ricordata, per l'occasione, della sua esperienza da attrice con Spike Lee per il formidabile "Inside Man" (2006). Non tutto fila liscio, intendiamoci: la vicenda, una volta impostata, diviene troppo statica (e gag come quella della pomata dall'effetto erettile non si capisce come abbiano passato il montaggio), ma il caos da big carnival che si crea attorno alla situazione è credibile e ben gestito; inoltre, la riflessione di fondo - l'unico modo per ottenere del buon giornalismo investigativo è minacciare con un'arma chi dovrebbe farlo - è pungente, con annotazioni sui media che lasciano il segno. Se l'amalgama funziona, tuttavia, lo si deve pure ad una coppia di attori in gran forma: George Clooney è superlativo nel fare trascorrere il proprio personaggio dalla strafottente clownerie dell'inizio alla consapevolezza del finale; e gli risponde con autorità una Julia Roberts che, col trascorrere degli anni, affina sempre di più la propria sapienza recitativa. 



MONEY MONSTER. REGIA: JODIE FOSTER. INTERPRETI: GEORGE CLOONEY, JULIA ROBERTS, JACK O'CONNELL. DISTRIBUZIONE: WARNER. DURATA: 98 MINUTI.



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